La prima Giornata Nazionale della donna è stata celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti per iniziativa del Partito Socialista Americano che organizzò una manifestazione in favore del diritto delle donne al voto.
Per alcuni anni la giornata delle donne è stata celebrata in giorni diversi nei vari Paesi, fino ad arrivare nel 1977 alla scelta condivisa dell’8 marzo, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a tutti gli Stati di celebrare durante un giorno comune.
“Uscite e guidate”
C’era una ragazza che voleva guidare la macchina, ma viveva in Arabia Saudita, un Paese in cui le regole religiose proibiscono alle donne di guidare.
Si chiamava Manal, e un giorno decise di infrangere quelle regole.
Prese in prestito l’auto di suo fratello e guidò per le strade della sua città.
Poi postò un video su YouTube che la mostrava al volante: voleva che la maggiore quantità possibile di donne vedesse quello che stava facendo e trovasse il coraggio di imitarla.
<< Se gli uomini possono guidare, perché non possono farlo le donne?”>> diceva in quel video.
Dopotutto, era una domanda semplice. Ma alle autorità religiose non piacque per niente .
<< E se altre donne incominciassero a guidare?>> gridarono. << Andrebbero fuori controllo>>
Qualche giorno dopo, Manal fu arrestata e dovette promettere di non guidare più.
Nel frattempo, però, il suo video era stato guardato da migliaia di persone e, qualche settimana dopo, centinaia di coraggiose donne saudite si misero in strada con le loro auto, sfidando le autorità religiose.
Manal fu di nuovo rinchiusa in prigione, ma continuò a protestare e a incoraggiare le donne a guidare e a battersi per i loro diritti.
“Non chiedete quando sarà abolito questo divieto. Uscite e guidate.”
Favilli E., Cavallo F, Storie della Buonanotte per bambine ribelli. Mondandori, 2017.
La prima Giornata Nazionale della donna è stata celebrata il 28 febbraio 1909 negli Stati Uniti per iniziativa del Partito Socialista Americano che organizzò una manifestazione in favore del diritto delle donne al voto.
Per alcuni anni la giornata delle donne è stata celebrata in giorni diversi nei vari Paesi, fino ad arrivare nel 1977 alla scelta condivisa dell’8 marzo, quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propose a tutti gli Stati di celebrare durante un giorno comune.
L’8 Marzo non è quindi la festa della donna, neppure l’esaltazione della sua unicità o superiorità, ma la giornata in cui si ricordano i sacrifici, le lacrime e le conquiste delle donne che hanno vinto la battaglia per i nostri diritti sociali, economici e politici.
Si tratta di una giornata che chiede ad ognuna di noi di fermarci ed osservare ciò che accade intorno: ci chiede di coltivare un pensiero critico, di sviluppare un atteggiamento di sorellanza anziché di competizione verso le altre donne, ci invita ad imparare a riconoscere i comportamenti discriminatori, a non alimentarli e a non giustificarli, ci chiede di insegnare un linguaggio non sessista ai nostri figli, compagni e parenti, ci invita a non voltarci dall’altra parte quando vediamo una donna che viene discriminata o umiliata.
La discriminazione è ancora molto interiorizzata dalle donne, che per prime non riconoscono di ricoprire il ruolo che una società ancora molto maschiocentrica richiede loro, rendendo difficile il riconoscimento dei propri diritti.
L’ 8 marzo ci ricorda le battaglie di migliaia di donne che, da inizio Novecento, hanno scelto di dire “adesso basta”. Durante questa giornata riecheggiano ancora le voci di chi ha lottato prima di noi per rivendicare l’uguaglianza e i diritti di cui oggi godiamo.
Ascoltiamo quindi queste voci, proviamo a trasmettere con amore questi valori ai più piccoli, raccontiamo loro le storie di chi con coraggio ha combattuto ogni forma di violenza e discriminazione restituendo alle donne la libertà di essere se stesse nel mondo .