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Due anni fa chiuse il punto nascite a Cernusco sul Naviglio: ancora oggi la città si chiede il perché. E le neo-mamme devono fare chilometri per andare a partorire

Ci furono manifestazioni di protesta, presidi e raccolte firme che coinvolsero migliaia di persone. Ma non servì a niente: l’1 marzo del 2015 il punto nascite dell’ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio chiuse in favore dell’accorpamento con l’ospedale di Melzo
Sono passati così due anni da quando tutte le neo-mamme di Cernusco devono allontanarsi da casa di parecchi chilometri (i due ospedali distano 13 km) per poter partorire. Una decisione, quella della Regione Lombardia, di cui ancora si fa fatica a comprenderne le ragioni.
All’origine della decisione di accorpare i servizi delle due città c’era l’obiettivo di raggiungere le 1000 nascite all’anno per poter accedere in servizi e sicurezza.  Una nota dell’azienda ospedaliera di Melegnano spiegava: “L’accorpamento rientra nell’ambito della riorganizzazione dei Punti Nascita, in coerenza con un Accordo Stato/Regioni del 2010 che prevede di concentrare alcune attività in un numero minore di ospedali per garantire livelli di servizio sempre migliori”.
Tuttavia nel 2016 si è rimasti molto al di sotto dell’obiettivo 1000 nascite, ci si è fermati a 602 senza nessun segnale di crescita per il  2017. Inoltre quando è stato chiuso il servizio all’ospedale di Cernusco, il numero di nascite all’Uboldo rispettava pienamente i criteri di almeno 500 parti all’anno dettati dal Ministero della Salute.