E’ di questi giorni la notizia che Apple e Facebook, i due giganti della Silicon Valley, si sono offerti di pagare il procedimento per consentire alle proprie dipendenti di congelare i loro ovuli, in modo da potersi dedicare alla carriera e posticipare quindi la tanto desiderata gravidanza.
La notizia ha scatenato non poche polemiche dato che viene spontaneo chiedersi perché tanta premura e interesse da parte di queste due importanti aziende dell’informatica che antepongono la vita professionale e quindi l’organizzazione, alla vita privata e sociale delle persone e prima di tutto delle donne.
Ma le donne chiedono veramente questo per essere felici?
E poi soprattutto, la conciliazione tra famiglia e lavoro, non è qualcosa di cui dovrebbe occuparsi lo stato sociale anziché dover accettare le condizioni di favore del privato?
Non bisognerebbe cominciare ad introdurre validi sostegni alla genitorialità, traendo spunto per esempio da altri paesi europei come la Francia, la cui legislazione non prevede solo bonus ma anche una seria politica di welfare in materia?
La sociologa Lia Lombardi a questo proposito in suo articolo “Le nuove frontiere della PMA (Procreazione medicalmente assistita). Social egg freezing” scrive:
“Il congelamento sociale dell’uovo è una pratica che si intende offrire (a pagamento) alle giovani donne che impegnate nella carriera o, ancor più, nella ricerca di un lavoro adeguatamente retribuito e qualificato, rischiano di raggiungere velocemente i quarantanni senza aver avuto la possibilità di una scelta procreativa e genitoriale. Consiste infatti nel congelamento degli ovuli in giovane età per poi poterli recuperare più avanti al fine di produrre una gravidanza.
Questa offerta medico-tecnologica però non tiene conto né dei fattori biologici (ovuli di un corpo giovane per produrre una gravidanza in un corpo meno giovane) né dei fattori relazionali e sociali legati a un gap generazionale ampio, in un contesto di famiglie piccole o monogenitoriali.
Quale scelta procreativa e genitoriale si sta offrendo alle donne e anche agli uomini?
Forse quella di restare intrappolate in un lavoro malpagato, non qualificato e precario, in un welfare inconcludente, nell’impossibilità di costruire un legame affettivo per mancanza di tempo, ma con l’avveniristica opportunità di congelare i propri ovuli affinché un giorno potranno forse tentare una gravidanza, con bassissime percentuali di successo?”
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Alcuni approfondimenti:
articolo di Cinzia Sciuto d MicroMega