L'amore non ha sesso

L'amore non ha sesso

Sei omosessuale? Niente nozze, nessun diritto (in Italia).

Il mio interesse rispetto alle unioni omosessuali è sempre stato presente in quanto mi piace osservare e parlare di persone e con le persone, di relazioni fra esse e della società tutta. Un giorno parlando con dei ragazzi delle scuole medie riguardo ai temi della prima sessualità e dell’affettività è nato un vivace dibattito proprio partendo dalla parola omosessualità e uno di loro mi ha colpito particolarmente dicendo:

“Secondo me l’amore non ha sesso…”

E da qui parte la mia personale riflessione.
Da anni in Italia e nel mondo esistono coppie di omosessuali che vivono insieme proprio come una famiglia ma che, a causa dell’assenza di una giurisprudenza al riguardo, non possono legalizzare la loro unione. Nel mondo esistono diversi tipi di riconoscimento legale delle unioni omosessuali: il matrimonio gay, le unioni civili e i Pacs.

Chiariamoci le idee!

Il matrimonio gay è la legalizzazione civile dell’unione di due persone dello stesso sesso e ciò comporta l’acquisizione di diritti e doveri da parte della coppia come la possibilità di ereditare in caso di morte del coniuge, di prendere decisioni sulla salute del partner, di godere di sconti famiglia, di avere tutele in caso di separazione, di usufruire della pensione del coniuge.
Per unione civile, invece, si intende la convivenza tra due persone non necessariamente omosessuali; le cosiddette coppie di fatto. Anche questo tipo di legame comporta alcuni diritti per i coniugi e, così come nel caso dei matrimoni gay, le unioni civili non sono legalmente riconosciute in tutto il mondo e ovviamente non lo sono in Italia.
L’acronimo Pacs sta per “Pacte civil de solidarité” cioè Patto Civile di Solidarietà ed è una forma di unione civile accettata per la prima volta in Francia nel 1999. Possono accedere ai Pacs non solo le coppie omosessuali ma qualunque coppia che intenda legalizzare la propria unione senza dover necessariamente ricorrere all’istituzione del matrimonio.

Negli ultimi mesi quattro Stati in diverse parti del Mondo hanno legalizzato il matrimonio tra omosessuali, istituto che nel nostro Paese è ancora vietato e costringe tante coppie ad andare all’estero per coronare il loro sogno. Nel mondo, ad oggi, sono ben 14 gli Stati dove i gay possono sposarsi e tra questi l’Italia non c’é.

Qualcosa sembra iniziare a muoversi con la proposta della neo ministra alle pari opportunità Josefa Idem che presenterà prossimamente un disegno di legge per le unioni gay, ma per il momento chi vuole rendere ufficiale la propria storia d’amore deve appunto recarsi all’estero.

Dove vanno gli italiani per celebrare le “nozze in esilio”?

Spagna, Belgio,Olanda permettono il matrimonio agli stranieri sul loro territorio purché uno dei due futuri coniugi sia residente, la Norvegia, il Canada e Usa invece non richiedono vincoli precisi ma impongono una tassa di circa 300 euro.

La coppia in ogni caso deve far fronte ad una serie di spese per l’affitto temporaneo della casa, il viaggio, il soggiorno per sé e per gli invitati, talvolta l’interprete che media tra i futuri sposi e le procedure in lingua locale. Nascono come funghi agenzie su internet che organizzano pacchetti all inclusive prevedendo una spesa che parte dai 1800 fino ad arrivare ai 3000 euro (ad esempio Quiiky.com).

Perché è importante sposarsi?

Il riconoscimento ai gay del diritto di sposarsi rappresenterebbe innanzitutto una sorta di approvazione sociale e un grande passo avanti per superare la discriminazione di cui purtroppo spesso sono vittime. Significherebbe accedere agli stessi diritti di tutti ma soprattutto a livello pratico vi è la necessità di avere una legge che garantisca delle regole nei casi di separazione o morte prematura del compagno. Il bisogno più grande è quindi quello di essere tutelati, in particolar modo quando si è in presenza di coppie con bambini.

L’opinione degli italiani

L’Istat rileva un 62% degli italiani che si dichiara favorevole all’idea che gli omosessuali debbano avere gli stessi diritti di una coppia sposata mentre il 43% sostiene il matrimonio tra gay. Per quanto riguarda invece la procreazione o l’adozione di bambini soltanto il 20% degli italiani sarebbe d’accordo. Molti i pareri ancora contrari dunque, per motivazioni legate a preconcetti, background culturale e religioso, convinzioni personali di diverso tipo.
Eppure nel nostro Paese i figli di genitori dello stesso sesso sono circa 100.000 secondo una ricerca di Arcigay e a gennaio la Corte di Cassazione ha stabilito che si può crescere bene anche in una famiglia gay perché “ si tratta di un mero pregiudizio ritenere che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”. La posizione dei più rimane comunque molto cauta.
In una intervista Tommaso e Gianfranco, coppia gay italiana, alla domanda “L’Italia è pronta?” rispondono:

“Siamo certi che prima o poi potremo sposarci anche qui, in fondo nel nostro Paese la famiglia è sacra e la legge passerà per difendere non tanto i diritti dei genitori, ma quelli dei figli”.

Hope.
Silvia Di Pietro
 

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