Giulia si racconta come una persona poco interessante, sembra vivere ‘in punta di piedi’, per non disturbare. La sua vita è caratterizzata dal suo lavoro in laboratorio, un corso di yoga, tempo dedicato ai nipotini, una cara amica con la quale ogni tanto si incontra nel tempo libero e sabati pomeriggio trascorsi ad accompagnare la madre a fare la spesa. Ha trentanove anni e vive a casa con i suoi genitori. Arriva allo Sportello donna perché ha avuto episodi di attacco di panico che le hanno lasciato vissuti di ansia (tachicardia, fame d’aria, agitazione…) quasi quotidiani.
Nel corso dei colloqui con Giulia emerge come l’insorgenza degli attacchi di panico, e l’accentuazione delle sue manifestazioni di ansia, siano sempre accaduti in concomitanza di processi di autonomizzazione delle persone significative intorno a lei. Giulia invece sembra essere bloccata, niente nella sua vita fa pensare ad un’evoluzione.
Cosa ci dice l’ansia che l’accompagna costantemente? Cos’è che non può dire con le parole? Cosa invece il corpo vuol dire attraverso il malessere?
Il disagio che esprime nell’arco dei colloqui si scopre essere funzionale al suo sistema di riferimento familiare, infatti si era innestato un circuito vizioso tale per cui il non poter legittimare la sua autonomizzazione, portava a stati di ansia, che a loro volta rinforzavano l’idea che ‘non si può andare a vivere da soli, perché se mi viene un attacco cosa faccio?’, autoalimentandosi all’infinito. Infatti il blocco evolutivo era funzionale a mantenere la presenza di Giulia all’interno della sua famiglia di origine così da mantenere il suo ruolo di mediatrice e controllore del difficile rapporto coniugale dei suoi genitori.
Mostrando a Giulia e condividendo con lei quale potrebbe essere il significato della ansia e legittimando il suo bisogno e diritto di autonomia il sintomo è lentamente regredito e la ricerca per l’acquisto di una casa è iniziata.
Talvolta i compiti di sviluppo, caratteristici delle diverse fasi del ciclo vitale, comportano una rinegoziazione dei ruoli, delle funzioni e la riorganizzazione delle relazioni. Se la famiglia non sarà in grado di modificare il suo stile relazionale e la sua organizzazione strutturale, non riuscirà a superare la crisi bloccando così il processo evolutivo.
Chiara Bertonati, psicologa e psicoterapeuta, Sportello donna Cernusco s/N
Immagine: PACITA ABAD. Black and White Stones in Old Sanaa, 1998 www.brooklynmuseum.org/eascfa/feminist_art_base/gallery/pacita_abad.php?i=3573