La gelosia del primogenito

L’arrivo di un fratellino o di una sorellina porta ansie paure e gelosia nei figli e alle figlie più grandi. Come affrontarle?

Vanessa ha quasi cinque anni, frequenta l’ultimo anno della scuola d’infanzia e da quando è arrivata Carolina, sua sorella, le capita spesso di avere delle manifestazioni di rabbia, grida, batte i pugni sul tavolo e i suoi ‘capricci’ sono diventati più frequenti.

Silvana, la mamma è molto preoccupata e in parte infastidita dalle reazioni di sua figlia: “Non la riconosco più! Fino a poco tempo fa era così amabile, tranquilla e ubbidiente e adesso non so proprio che atteggiamento tenere nei suoi confronti. Ho provato ad assecondarla, a sgridarla, ad ignorarla … ma non serve a nulla”.

Queste sono le parole di una mamma affaticata e disorientata dal sovraccarico fisico ed emozionale, connesso alla fase di vita che sta affrontando, e che non riesce a comprendere a fondo il significato della rabbia della sua bambina.

La percezione di non poter essere di aiuto a Vanessa, crea in Silvana un cocktail di emozioni negative tristezza, senso di impotenza e rabbia che contribuiscono a creare ‘distanza’ nella relazione con la figlia. Silvana ha bisogno di aiuto, è per questo che si rivolge allo Sportello Donna insieme a Sebastiano, il marito, anche lui disarmato di fronte ai comportamenti della figlia primogenita.

Attraverso i colloqui con la coppia di genitori è stato possibile ricostruire il significato della rabbia di Vanessa; è emerso come la rabbia fosse una modalità, utilizzata dalla bambina, per esprimere la sua paura per la ‘perdita’. Infatti un cambiamento, come l’arrivo di una nuova sorellina all’interno della famiglia, attiva inevitabilmente vissuti emotivi in tale direzione: perdita del senso di onnipotenza infantile, perdita dell’amore esclusivo dei propri genitori, perdita della quantità e a volte anche della qualità del tempo trascorso con i propri genitori,… e talvolta questi cambiamenti potrebbero portare i bambini, soprattutto i più piccoli, a sviluppare il timore di poter perdere ‘l’amore’ dei genitori.

Ecco che la tristezza connessa a queste rinunce e la paura di perdere il bene di mamma e papà portano Carolina a manifestare il suo ‘dolore’ attraverso atteggiamenti caratterizzati da rabbia. Nel momento in cui Silvana e Sebastiano hanno iniziato a leggere i comportamenti della figlia, non più come degli attacchi personali, ma come una manifestazione di malessere, la distanza nella relazione con Carolina si è attenuata e, a seguito di alcune indicazioni psico-educative, le manifestazioni di rabbia sono gradualmente diminuite, fino a diventare degli eventi sporadici ed isolati.

Dott.ssa Chiara Bertonati – Psicologa – Psicoterapeuta
Sportello donna di Cernusco S/N
 
Crediti immagine: Nadia Magnabosco, http://www.women.it/oltreluna/nadiamagnabosco.htm