Come un fiume che scorre

Come un fiume che scorre

Paola Gassmann, Una grande famiglia dietro le spalle, è la proposta di lettura della Biblioteca civica L. Penati per questo mese. La storia della famiglia Gassman, il rapporto tra una figlia e un padre, un libro su quel fiume d’acqua in cui tutti nuotiamo… la famiglia.

Stare nel tempo è come essere pesci nell’acqua, in un fiume che scorre: la corrente, le rapide, le tranquille pozze. Mai questo fluire ci pare chiaro come nello scorrere delle generazioni. Spesso la letteratura si serve di questa figura retorica, imbastendo epopee, genealogie e viaggi nel tempo.

Come la saga, “vera”, della famiglia Gassman, in particolare il libro della figlia del “Mattatore”, ossia Paola Gassman, con il suo Una grande famiglia dietro le spalle (Marsilio 2007).

Una figlia racconta suo padre, per saldare un debito d’affetto, e per farlo lo mette al centro di almeno tre generazioni nonni, zii, mogli, figli, nipoti. Al centro di questa linea temporale c’è Vittorio, il grande attore. La vita ha preparato il suo avvento e lui ha dato una spinta alla vita successiva.

Sicuramente sincera, la nostra autrice ha comunque raccontato una storia, una grande storia. E’ la figlia, ha i tratti di lui incarnati nel proprio viso, ha seguito le orme e ha fatto lo stesso mestiere. Non è una storica, non può avere uno sguardo oggettivo e una correttezza di fonti. Ha costruito pubblicamente un monumento al padre e ci fa godere della sua vista.

L’autrice ricompone un mosaico, fa tornare le tessere, anche quando nella vita reale probabilmente gli spigoli e le scanalature erano ben più aspre. Ma lo fa bene, con affetto per le persone e le cose. Se deve parlar male di qualcuno lo fa capire sotto traccia…

Che sia realmente rappacificata con le vicende sue e della sua famiglia, o che lo voglia far credere a noi, e a se stessa, non lo sappiamo, ma ci piace pensare che sia così. Ci piace pensare che la serenità, il far tornare i conti, possa succedere anche in una famiglia poco tradizionale, con un susseguirsi di amori e di abbandoni, di matrimoni e di divorzi, di nascite e di distacchi, di recuperi e riscoperte. Ci fa intendere che l’inevitabile mutamento dell’istituzione famiglia in questi decenni, alla fine va comunque a pareggiare le cose belle e le cose brutte che le famiglie tradizionali portavano, togliere qualcosa per darne altre.

Una famiglia dove gli attori sono in maggioranza. Non pensiamo come nel medioevo che gli attori siano eretici, classe inferiore, anzi, come non pensiamo che quel lavoro sia diventato impiegatizio… ci sono attori e attori, ma senz’altro, l’abitudine alla scena, alla sceneggiatura, alla ribalta, al dramma e alla commedia ha dato una luce particolare a questa storia e a questo libro.

La partenza è lenta, ma subito il libro prende un suo ritmo e ti trovi ad andare avanti con l’interesse di sapere come va a finire. La semplicità di scrittura diventa a questo punto un pregio, permettendo una lettura gradevole e “amica”. Alla fine, con l’arrivo della vecchiaia per il protagonista indiscusso, il mattatore, con il farsi largo della sua brutta depressione e la morte, le cose si fanno più difficili e il tono diventa più duro, ma mai rancoroso o disperato, anzi. E commuove.

E si vede anche come le persone sono complicate, come spesso rendiamo virtù le nostre ferite: la vitalità del padre, come uomo e come attore, presente fin dall’infanzia, è soprattutto il modo per combattere e vincere il buco dell’anima, il lato oscuro. Che alla fine della vita riprende il sopravvento e riesce a farla da padrone per anni.

Come detto l’interesse di questo libro non è solo per la narrazione delle vicende private della famiglia Gassman(n), che oltre al grande Vittorio (noi lo abbiamo goduto quasi solo come attore di cinema, e già qui è un gigante) ci ha dato altri bravi e simpatici attori. E’, più in generale, un libro su quel fiume d’acqua in cui tutti nuotiamo, ossia la famiglia, sul rapporto tra figlia e padre, le distanze e gli avvicinamenti, il mutare di direzione man mano che passano gli anni. Chi con la famiglia ha un rapporto “non pacificato” non riesce solo a godere di una bella biografia collettiva, ma può confrontarsi con la propria esperienza e le proprie convinzioni, forse troppo legate alla propria esperienza. Insomma, se per la scrittrice la stesura di queste pagine può essere stata anche “terapeutica”, lo può essere anche per il lettore. Se per caso prima uno potrebbe titolare la propria storia come “‘una pesante famiglia sopra le spalle” dopo si potrebbe avvicinare al titolo vero “una grande famiglia dietro le spalle”. Che ha un doppio senso: qualcosa che ti spinge da dietro, e qualcosa che finalmente ti lasci dietro. O più esattamente entrambe le cose.

p.s. il libro è di 5 anni fa, ma come spesso succede riacquista attualità grazie ad un altro libro, appena uscito, ossia quello del fratello Alessandro che da Mondadori ha pubblicato Sbagliando l’ordine delle cose. Il prisma della famiglia Gassman si arricchisce di nuovi riflessi. Da non dimenticare anche il libro scritto dal “Mattatore”, ossia Un grande avvenire dietro le spalle, edito nell’81 , ma di prossima ripubblicazione da Longanesi.

A cura della Biblioteca pubblica di Cernusco S/N