Coraggio e vulnerabilità: le due facce della stessa medaglia

Coraggio e vulnerabilità: le due facce della stessa medaglia

“Fatti coraggio, non avere paura”. In una società che ci chiede di esser forti e sempre pronti spesso la fragilità, la paura e la vulnerabilità trovano poco spazio.  Ma si può davvero essere coraggiosi senza prima sentirci vulnerabili?

Chi decide di vivere con coraggio necessariamente conoscerà il significato delle cadute e del fallimento, conoscerà cosa significa avere il cuore spezzato. Ma affrontando tutto questo, gli stiamo insegnando che quella parte fragile può essere amata.

Ed è così che dovremmo prenderci cura della nostra vulnerabilità, abbracciandola e standole accanto, lasciando che dalla vulnerabilità nasca amore.

CORAGGIO – etimologicamente cor, cordis (cuore) e habere (avere) avere cuore:  agire con il cuore.

“Fatti coraggio, non avere paura”. In una società che ci chiede di esser forti e sempre pronti spesso la fragilità, la paura e la vulnerabilità trovano poco spazio.  Ma si può davvero essere coraggiosi senza prima sentirci vulnerabili?

Anche se considerati spesso agli antipodi, in realtà vulnerabilità e coraggio sono estremamente connessi.

La vulnerabilità non è debolezza, al contrario è il mezzo migliore per misurare il coraggio: il coraggio può esser misurato da quanto siamo disposti ad essere vulnerabili.

La vulnerabilità non riguarda il vincere o il perdere. È avere il coraggio di presentarsi alla vita, significa mettersi in gioco e scegliere di Vivere anche quando non puoi controllare il risultato di ogni tua azione.

Coraggio e vulnerabilità vanno a braccetto quando scelgo di iniziare una nuova relazione dopo aver vissuto una dolorosa separazione, quando scelgo di dire ti amo per primo, quando lascio il posto fisso per seguire il lavoro dei miei sogni, quando desidero l’arrivo di un figlio o quando scelgo di non volerlo avere, quando faccio coming out in una famiglia o società discriminante, quando riesco a prendermi cura di chi amo anche se il mio cuore sta soffendo.

Chi decide di vivere con coraggio necessariamente conoscerà il significato delle cadute e del fallimento, conoscerà cosa significa avere il cuore spezzato.

Vivere con coraggio significa imparare ad essere più amorevoli con se stessi, significa mettere impegno e intenzione per non cadere nella trappola del giudizio, significa togliere quel paio di occhiali con cui vediamo solo ogni nostro fallimento come una mera sconfitta, con cui ci paragoniamo agli altri ripetendoci di non essere giusti o di non essere abbastanza. È coraggioso chi si permette di essere gentile con le sue fatiche e difficoltà.

La gentilezza è un atto di coraggio estremo, perché significa entrare in contatto con noi stessi in modo autentico e non filtrato dai condizionamenti che ci dicono come dovremmo o non dovremmo essere.

Quando osserviamo un bambino che piange perché si è spaventato, perché si è fatto male o perché si sente solo qual è il modo migliore per insegnargli che quella paura e quel dolore possono essere superati? Come possiamo consolare quel bambino e fargli sentire che ci siamo?

Magari lo abbracciamo con tenerezza, lo tranquillizziamo dicendogli che capiamo cosa sta provando, che sentiamo il suo dolore. Un gesto di vicinanza e di tenerezza gli permettono di imparare a contenere quella paura, quel senso di esser sbagliato per ciò che sta sentendo o provando. Il bambino si può così sentire al sicuro, sente che può provare anche quelle emozioni che a volte sembrano sovrastarlo. Gli stiamo insegnando che quella parte fragile può essere amata.

Ed è così che dovremmo prenderci cura della nostra vulnerabilità, abbracciandola e standole accanto, lasciando che dalla vulnerabilità nasca amore.

Noemi Sirtori