A 40 anni di distanza dal referendum del 1974, che ha confermato anche in Italia la legge sul divorzio, l’Italia taglia i tempi necessari all’ottenimento dello scioglimento dal momento della separazione.
La Camera dei Deputati ha infatti approvato a grande maggioranza (381 si e 30 no), la riduzione a sei mesi dei tempi necessari nel caso di divorzio consensuale, e a dodici mesi se c’è disaccordo tra i coniugi.
I tempi necessari sono indipendenti dalla presenza o meno di figli minori, che comunque, influiranno esattamente come oggi sulle decisioni del giudice. Il testo passa ora al Senato, ma vista la maggioranza superiore al 90% non dovrebbero esserci particolari problemi perché la nuova legge diventi esecutiva entro giugno.
I nuovi limiti saranno validi anche per le procedure di divorzio già iniziate nei due anni precedenti e potranno velocizzare i tempi per arrivare all’udienza di scioglimento. Per quanto riguarda l’eventuale comunione dei beni, questa sarà operativa già dalla prima notifica da parte del giudice riguardante la separazione.
La legge italiana, anche se modificata, rimane comunque piuttosto distante da quelle di altri Paesi europei: in Francia se la decisione di porre fine all’unione è consensuale non è necessario alcun periodo di separazione e non serve nemmeno l’udienza dal giudice, in Gran Bretagna se si dichiara che vi è stato da parte dell’altro coniuge un “comportamento che rende insostenibile la prosecuzione del rapporto” il giudice può dichiarare immediatamente sciolto il matrimonio.