Non si può più chiamarla emergenza. Il femminicidio un tratto culturale radicato nella società italiana difficile da estirpare. A rafforzare questa tesi basta dare uno sguardo alle notizie di cronaca nera delle ultime ore.
Il 28 marzo in Piemonte in poche ore due donne sono state vittime di violenza.. Nel primo caso a Borgo Vercelli un uomo ha speronato l’auto dell’ex moglie e poi le ha inferto 21 coltellate. Nella notte tra il 28 e il 29 marzo la donna è stata operata all’intestino a causa delle profonde ferite ed è ancora in prognosi riservata.
E’ andata peggio a una donna di Pinerolo (Pinerolo) che, sempre il 28 marzo, è stata accoltellata a morte dal marito disoccupato che l’accusava di spendere troppi soldi. Dopo l’aggressione è stato lo stesso uomo a chiamare i carabinieri e a confessare.
Mercoledì 29 marzo è stato un altro giorno tragico. A Felegara (Parma) un uomo ha ucciso la moglie, anche in questo caso a coltellate, e poi si è tolto la vita. A dare l’allarme dell’omicidio-suicidio è stata la figlia che era andata a casa a trovare i genitori.
Sarebbe però falso affermare che nessuno fa niente per contrastare il fenomeno. Oltre le molte iniziative su tutto il territorio (a partire da Cernusco sul Naviglio) la politica sta cercando di colmare i vuoti legislativi e aggiornare le norme. La Camera ha infatti già approvato una legge che inasprisce le pene per gli autori dei femminicidi e prevedono maggiori tutele per gli orfani. Ora si aspetta il sì del Senato.
Femminicidi: altri 3 casi in due giorni. Il problema è culturale ma intanto la politica italiana si muove
