In Italia ogni 48 ore una donna viene uccisa dal marito, fidanzato o compagno. Secondo l’Istat nel 2016 ci sono stati 120 casi di femminicidio e nell’anno in corso non ci sono segni di calo. Ma nella maggior parte dei casi ad avere la vita distrutta non è solo la donna uccisa ma anche i figli che rimangono orfani di madre e con un padre omicida. Nel nostro paese sono circa 1600 i bambini e gli adolescenti in questa condizione.
A complicare un quadro già di per sé drammatico c’è anche un vuoto normativo. La legge italiana, infatti, non prevede tutele nei loro confronti. Dopo la grande attenzione che i media hanno rivolto ai tanti casi di femminicidio, il parlamento si è mosso per colmare questo vuoto ma non è detto che si riesca ad approvare una legge entro la fine di questa legislatura.
A marzo 2017 la Camera ha approvato una proposta di legge a tutela degli orfani di femminicidio. A oltre sei mesi di distanza lo stesso testo non ha avuto l’ok da Senato. A bloccare l’approvazione definitiva della legge c’è un veto dei partiti del centrodestra, contrari a che le tutele siano applicate anche ai figli delle unioni civili.
Ma quali sono queste tutele? In primo luogo economiche. Gli orfani potranno, infatti, accedere al patrocinio dello Stato, indipendentemente dal reddito. Il p.m. avrà l’obbligo di richiedere il sequestro conservativo dei beni dell’indagato. Il giudice dovrà poi assegnare ai figli una somma pari almeno al 50% del presumibile danno. Sono poi previste misure per garantire il diritto allo studio e l’avviamento al lavoro per il quale è stato creato un fondo di due milioni di euro.
Per quanto riguarda le misure non economiche, invece, gli orfani avranno un’assistenza psicologica gratuita e la possibilità di cambiare il proprio cognome se è lo stesso dell’omicida della madre. La legge contiene inoltre l’inasprimento delle pene per i colpevoli, fino all’ergastolo. Infine l’omicida non potrà godere né della pensione di reversibilità né dell’eredità della vittima.
Tutto queste misure per ora sono sulla carta e se non si riuscirà a concludere tutto l’iter legislativo entro primavera, si ripartirà da zero nella prossima legislatura. E gli orfani di femminicidio continueranno a vivere nel dolore e senza tutele da parte dello Stato.
Il parlamento si dimentica degli orfani dei femminicidi. La legge rimane bloccata in Senato con il rischio concreto che non venga mai approvata
