In Italia evitare gravidanze non volute diventa è sempre più complicato. E soprattutto costoso. Da ormai quasi un anno, infatti, la pillola anticoncezionale non è più gratuita essendo passate dalla fascia A, quella a carico del Servizio sanitario nanzionale, alla fascia C, a carico delle donne.
Questa riclassificazione riguarda le pillole di terza generazione, circa il 10% di quelle in vendita sul mercato italiano. Il resto era già a pagamento. Un cambiamento che stando ai numeri potrebbe sembrare di poco conto ma che in realtà ha degli effetti molto tangibili.
La maggior parte delle donne che fino al 2016 utilizzavano le pillole in fascia A, appartenevano alla fascia più debole della popolazione: ragazze giovani e meno giovani senza un reddito, precarie e donne straniere. Tutte persone che nel bilancio di fine mese anche pochi euro risparmiati potevano fare la differenza.
Il risultato di questa politica è una netta diminuzione delle pillole prescritte e un conseguente calo di donne che le usano. Nel 2017, in Italia, l’unico anticoncezionale a carico della sanità pubblica è l’aborto.
In Italia non esiste più una pillola anticoncezionale gratuita. Così le donne in difficoltà economiche hanno smesso di prenderla
