Sia che torniate da un viaggio, sia che non abbiate avuto la possibilità di farlo, un libro vi porterà sempre da qualche parte. Vi farà conoscere qualcosa che neanche il miglior tour operator vi potrà garantire. Vorrei invitarvi a fare il viaggio che ho appena finito. Ne è valsa la pena. Non importa come ci arrivate, va bene anche il teletrasporto, ma visitate la provincia profonda del Maine grazie alle pagine di Elisabeth Strout. Tre romanzi, pubblicati in Italia da Fazi, tre piccole grosse gemme di letteratura e di umanità. Letti uno dietro l’altro, quasi per necessità.
Timoroso di incespicare prima o poi per la delusione, ma arrivato in fondo con gratitudine per questa scrittrice nata nel 1956 e ormai entrata nella schiera degli scrittori americani importanti, colma di premi e riconoscimenti.
I libri sono Amy e Isabelle, Resta con me e Olive Kitteridge, quest’ultimo vincitore del premio Pulitzer e del Premio Bancarella in Italia.
Storie di persone, donne e maschi, padri e madri, figlie, mogli e mariti, amiche, colleghi, ognuno visto per sé e attraverso la comunità di riferimento. La natura che, insensibile continua a segnare le vicende delle persone, tra brevi estati torride e lunghi inverni ghiacciati. E le vicende umane che si compiono, con la stessa inesorabile naturalezza del cambio delle stagioni.
E ci si ritrova. La lontananza nello spazio, nelle condizioni di vita, nel tempo non guastano, anzi. Ci si rende conto quanto l’epica delle nostre vite quotidiane, quando sono narrate da un grande scrittore, siano universali e che le vicende topiche di un’esistenza siano le stesse, e altezze e miserie non cambino molto.
La Strout nelle sue storie e nei suoi personaggi, soprattutto nel l’incarnazione fatta in Olive Kitteridge, non indugia nel buonismo, nel pietismo. La vita può essere difficile e i caratteri deboli soccombono. Invece chi è affetto da una certa cattiveria riesce talvolta, quando serve, a capire il momento e il modo d’intervenire.
E’ una società che ancora ha fame, o ricorda quando la gente aveva fame, la guerra è recente e la depressione del ’29 è nel ricordo di molti. Ne nasce un insegnamento che va al di là del significato materiale, che riguarda ogni nostro ambito di vita:
“Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura sarete degli sciocchi qualsiasi.”
Giorgio Latuati, Direzione Biblioteca civica ‘L. Penati’
Post scriptum: a proposito di ritorni e di partenze, un librettino delizioso di Xavier De Maistre Viaggio intorno alla mia stanza vi farà godere un periplo fantastico senza muovervi dalla poltrona.
Crediti immagine: http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Cape_Elizabeth.JPG