Vi presento Simonetta, trentasei anni, assistente del direttore di una multinazionale. Si mostra sicura di sé, autonoma e competente nell’ambito lavorativo. Due mesi fa è stata lasciata da Carlo, il compagno con cui stava da due anni, e da quel momento piange, si dispera, non ha più interesse per nulla, ma non riesce a provare rabbia.
Simonetta si sente sola, terribilmente e completamente sola.
Primogenita di due figli, è rimasta orfana all’età di vent’anni a seguito di un fatale incidente stradale e successivamente, come esito di incomprensioni, il fratello ha interrotto qualsiasi tipo di contatto con lei.
Sin dal primo colloquio Simonetta appare come molto impegnata a dimostrare a se stessa e al resto del mondo, quanto sia una persona vincente, quanto la sua autostima sia alta, per poi in realtà scoprire, non appena riesca minimamente ad entrare in contatto con se stessa, come tutta l’impalcatura possa crollare da un momento all’altro.
L’ emozione della rabbia, in una donna come Simonetta, sembra quasi sconosciuta, eppure di motivi per provarne ne avrebbe.
Racconta di come da piccola di fronte ai litigi dei suoi genitori e del fratello, lei tentasse sempre di amplificare la sua allegria. Un giorno però stanca di tutte le tensioni si mise su una sedia a guardare la televisione “con il muso lungo” e subito il nonno le disse: “Non avrai il broncio anche tu oggi?”
“Da lì ho capito che non andava bene arrabbiarsi, perché se no non sei accettata e ho ripreso subito a fare l’allegra” – afferma Simonetta.
Dalle sue parole emerge come centrale la tematica del controllo delle emozioni, per esempio la rabbia è controllata, per il timore di perdere gli affetti e rimanere sole.
Un prezzo caro da pagare per riuscire a non essere mai sola, rinunciare al riconoscimento dei propri bisogni. Talvolta la rabbia, il conflitto generano timore, imbarazzo, vergogna. In donne come Simonetta il conflitto è sempre connotato negativamente, da evitare e nascondere.
Simonetta è un invito a riflettere sui propri ‘pregiudizi’ intorno al tema della rabbia e del conflitto; pregiudizi intesi come pensieri, idee, apprendimenti, valori, vissuti… che accompagnano questi temi.
Prendendone consapevolezza è possibile intraprendere una via per il cambiamento che possa aprire altri sguardi che vedano la rabbia e il conflitto da una diversa prospettiva.
Chiara Bertonati, psicologa e psicoterapeuta, Sportello donna Cernusco s/N
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