Il Gruppo UDI ‘Donnedioggi’-Cernusco e Martesana denuncia: le recenti elezioni amministrative in Martesana hanno portato ben pochi cambiamenti rispetto alla cronica assenza delle donne dalla politica. Bussero è l’unico Comune che ha raggiunto la presenza paritaria delle donne in Consiglio comunale. A Cernusco la “maglia nera”, con i 16 consiglieri eletti tutti uomini, mentre va meglio la presenza di donne in giunta: addirittura 2 su 5!
Il Gruppo si chiede anche perché la partecipazione delle donne alla politica istituzionale sia ancora cos’ difficile. Individuano la responsabilità dei partiti, da un lato, ma anche la rinuncia da parte delle donne stesse. Qui il loro documento:
E’ terminata da pochi giorni la costituzione dei Consigli comunali e delle Giunte nei 3 Comuni della zona Martesana ; Cernusco sul Naviglio, Vimodrone e Bussero, che sono andati al voto del 6-7 maggio 2012.
Dopo il lavoro di sensibilizzazione e richieste precise fatte da parte nostra ai partiti e ai movimenti politici, oltre che ai candidati Sindaci, perché aumentassero il numero delle donne presenti nella politica amministrativa, abbiamo analizzato e confrontato le preferenze date alle donne in lista da parte dei cittadini (elezione dei Consiglieri comunali) e le scelte operate dai Sindaci nella composizione delle Giunte.
I risultati non ci entusiasmano. Ci aspettavamo un cambiamento più netto; invece alcune realtà si sono rivelate deludenti.
A Cernusco la situazione peggiore: su 16 consiglieri eletti, non figura nessuna donna.
A Vimodrone va meglio : sono state elette 4 donne su 16 consiglieri.
A Bussero la situazione ottimale: 5 donne elette su 10 consiglieri. Il 50 e 50 raggiunto!
Se poi guardiamo la presenza di donne nelle Giunte, dove la nomina degli Assessori è di competenza del Sindaco, i risultati sono i seguenti:
a Cernusco: 2 Assessore su 5
a Vimodrone: 2 Assessore su 5
a Bussero: 1 Assessora su 4.
In qualche modo, Cernusco ha recuperato la visibilità delle donne con la cooptazione in Giunta (liberando qualche posto di Consigliera comunale per le donne prime non elette), e Vimodrone ha confermato la situazione. Ci saremmo aspettate che Bussero mantenesse tra gli assessori il 50 e 50 ottenuto con le votazioni in Consiglio comunale. Ma così non è stato.
Superata l’immediata delusione dei risultati, poco favorevoli alle donne, ci siamo chieste perché sia così faticoso per le donne essere elette (e/o designate).
Riteniamo che i partiti abbiano un ruolo essenziale nel promuovere le donne in politica, e che non lo abbiano fatto, o lo abbiano fatto troppo poco. Sono i partiti che organizzano il consenso dei propri elettori, e avrebbero dovuto dare maggiori indicazioni di voto, in questo caso, per le donne.
Inoltre i partiti fanno crescere (o dovrebbero far crescere) nuovi aderenti al loro programma politico, attraverso corsi di formazione, approfondimenti culturali. Allora anche il linguaggio della politica dovrebbe cambiare, anche i contenuti, più vicini alla concretezza della vita quotidiana dei cittadini; anche modalità e tempi degli incontri dovrebbero essere più vicini ai tempi e alle richieste delle donne. Spesso invece la politica si nutre di parole incomprensibili ai più (il ‘politichese’) e di incontri-fiume inconcludenti. E questo allontana le donne che vorrebbero vivere la politica come servizio .
In ogni caso non vogliamo tacere un fatto fondamentale: le donne hanno ancora poco coraggio. Talvolta, sollecitate, richieste perché entrino in politica, rinunciano per poca autostima (‘Non ne sono capace’), o perché vedono giustamente le mille difficoltà che si frappongono tra la famiglia e un impegno che può diventare troppo pesante, se anche gli uomini non cambiano il loro tradizionale ruolo.
E da ultimo, anche gli elettori e le elettrici, dovrebbero avere più fiducia nelle donne e votarle!
Ma si sa, il cambiamento culturale è il più difficile da realizzare.
Allora, se in Italia non vogliamo aspettare 200 anni (è il tempo che è stato calcolato per una pari presenza di uomini e donne in politica, lasciando le cose come stanno!), occorrerà che i partiti, i movimenti politici, anche lo Stato, introducano norme e regole obbligatorie per arrivare alla DEMOCRAZIA PARITARIA. Solo in questo modo è stato possibile per i Tedeschi avere una Cancelliera come la Merkel, oppure per i paesi scandinavi avere donne capo di Stato e di governo.
Le donne devono entrare in politica e contare dove si prendono le decisioni , non perché siano migliori degli uomini, ma semplicemente perché sono oltre il 50% della popolazione, e come tali, meritano comunque di essere rappresentate e rappresentare la metà dei cittadini.
E noi dell’UDI speriamo, anzi, siamo convinte, che le donne sapranno fare, anche in politica, scelte coraggiose e portare novità fondamentali per tutta la società.
Cernusco s/N , 28 maggio 2012
Gruppo UDI ‘Donnedioggi’-Cernusco e Martesana
donnedioggi@tiscali.it
DOPO le elezioni amministrative. Le donne sono ancora poche! (scarica il pdf)
Crediti immagine: http://pensieri-a-colori.leonardo.it/blog/2006/ott/pag2/ottobre.html