Doula sì, doula no? Nuove figure emergenti in Italia.
Nel Regno Unito e in generale nei Paesi nordici tutte le donne conoscono la doula, chiamata anche “mother assistant” per il fatto di venire assegnata dai Servizi sociali al momento della scoperta della madre di aspettare un bambino. Per le mamme italiane è invece ancora una figura nuova e tutto sommato sconosciuta alle più ma che gradualmente si sta diffondendo.
La parola “doula” viene dal greco, significa “ancella”e si riferisce ad una donna che presta servizio ad un’altra donna. Oggi possiamo definirla anche una mamma esperta che al fianco della neo mamma che vive un momento impegnativo ma certamente bellissimo come la nascita di un figlio la supporta collaborando con l’ostetrica e offrendo consigli pratici e sostegno emotivo.
Queste figure non hanno compiti specificatamente medici come il controllo del battito cardiaco o esami vaginali ma piuttosto utilizzano il massaggio, l’aromaterapia, suggeriscono posizioni, e forniscono consigli per favorire la normale progressione del travaglio. Una doula che si occupi dell’assistenza al travaglio di parto sta accanto alla donna sia che essa voglia partorire nella sua casa, sia che si rechi in ospedale o in una casa maternità, e rimane con lei fino ad alcune ore dopo la nascita.
Perché può essere importante?
In gravidanza è un punto di riferimento. Ascolta e sostiene emotivamente nelle decisioni da prendere, e nelle piccole e grandi crisi, costruisce una relazione empatica e di fiducia, che faccia sentire tutti i protagonisti dell’evento nascita a proprio agio, aiuta a cercare informazioni basate su evidenze scientifiche e può aiutare nella compilazione di un “birth plan” (Il Piano del parto) e aiutare a discuterne con il partner. Può inoltre rivedere con la mamma e aiutarla a personalizzare la preparazione al parto che ha seguito con un’ostetrica. E’ importante capire che non sostituisce il lavoro dell’ostetrica ma ne è il complemento! Può accompagnare alle visite ginecologiche, o agli esami significativi come l’amniocentesi ed eventualmente sostenere l’accudimento dei figli maggiori negli ultimi mesi di gravidanza e pianificare e organizzare il rientro a casa.
Differenze da non dimenticare!
La doula si occupa possibilmente in maniera continuativa del benessere della donna che diventa madre mentre l’ostetrica si occupa della salute della donna che diventa madre (idealmente conoscendola prima del parto e rivedendola dopo).
La puericultrice si occupa del benessere del bambino che nasce mentre l’Educatrice perinatale informa e trasmette alla mamma precise modalità di accudimento del bambino con un approccio educativo
La (il) ginecologa (o) si occupa della salute dell’apparato genitale della donna e invece la (il) pediatra dello sviluppo psicofisico dei bambini e della diagnosi e terapia delle malattie infantili.
Quanto tempo ci vuole per diventare una Doula?
Una riflessione seria non può che rispondere: tutta la vita! Alle doule non basta imparare il “saper fare”, gli elementi tecnici della professione (ed anche per quelli può volerci studio e impegno continui), le doule lavorano con il cuore e l’anima delle donne, sono presenti in uno dei momenti più intimi e delicati della loro vita, in situazioni in cui la loro presenza può fare la differenza tra un’esperienza di nascita positiva ed una negativa. Devono sapersi relazionare con le mille sfumature delle emozioni, con i non detti, con i problemi, con il dolore, con il passato delle persone che durante il parto spesso si può osservare come in trasparenza, occasione di grandi rinascite, o di “ritorni” dolorosi, ed infine ma è la cosa più importante: con la nostra impotenza. Le aspettative delle donne oggi sono sempre più elevate rispetto a quello che si desidera come “momento perfetto”, in cui tutto “deve” andare bene. Per la doula riuscire a mantenersi in equilibrio tra aspettative e realtà, tra i sogni e la materialità dell’evento, richiede un apprendistato duro, un atteggiamento aperto alla conoscenza di sé e alla crescita personale.
Come si diventa una doula?
Il più delle volte le migliori professioniste del settore sono donne che hanno già vissuto l’esperienza della maternità e comprendendone i disagi hanno scelto di mettere in campo la propria esperienza. Il requisito principale per intraprendere il ruolo di doula è dunque quello dell’esperienza che in questo caso è possibile raccogliere esclusivamente sul campo, tuttavia esistono diversi corsi di formazione solitamente della durata di 2 anni che specializzano ulteriormente la figura professionalizzandola.
Associazione doule Italia
Nata nel 2011, è una rete di doule che promuove e tutela questa particolare figura professionale. Sul sito “Associazione Doule Italia” si possono trovare informazioni su come si diventa doule. Si possono anche leggere i racconti delle esperienze di mamme che hanno scelto di essere affiancate da una doula prima e dopo la nascita del proprio bambino.
Quanto si guadagna come doula?
Normalmente la Doula viene contattata da private che durante il periodo della gravidanza hanno necessità di un aiuto concreto e affettivo. Il modo migliore per farsi conoscere è dunque quello di mettere online la propria professionalità e lo si può fare in totale autonomia o semplicemente iscrivendosi ad una community di professioniste: la più nota sul web è www.mondo-doula.it e i guadagni sono naturalmente variabili e dipendono dalla professionalità della doula, dalle ore che sceglie di condividere con la mamma e con le necessità di ognuna.
Quanto costa per i genitori?
Gli incontri tra mamma e doula durano mediamente 2 ore e costano dai 40 ai 50 euro l’uno. Possono essere programmati o avvenire nel momento del bisogno, il problema però è che in Italia le spese non sono coperte dal Servizio sanitario nazionale come avviene in altri paesi. Per questo motivo è nata l’iniziativa Regala una doula! tramite l’Associazione doule Italia sul quale si possono trovare anche gli elenchi delle doule certificate.
Negli ultimi anni è un fiorire di corsi e iniziative e il passaparola tipico italiano funziona molto perché una donna che prende una doula poi la consiglia ad altre. Se più saranno le doule meno le mamme si sentiranno sole speriamo al più presto in un riconoscimento ufficiale della figura anche nel bel Paese!
Silvia Di Pietro
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