A maggio Eccemamma annuncia di avere raggiunto, a soli tre mesi dalla sua nascita, la quota di 200 tra soci e socie. Un risultato che dà soddisfazione alle fondatrici e che dice del bisogno di socialità delle donne e delle famiglie di Cernusco. Silvia Ghezzi è presidente dell’associazione. Madre di tre bambini, informatica, racconta come nasce questa avventura:
“L’avventura inizia nel 2010 quando io, da pochi mesi trasferita da Bologna a Cernusco, mi sono innamoro di questa città ma individuo alcune carenze nei servizi e nelle attività per il tempo libero per le famiglie. A Cernusco infatti vivono molte persone che vengono da fuori ma non hanno una rete di sostegno familiare.
“Incontro per coincidenza la titolare di Radiomamma, Carlotta, e le propongo di unire le forze. Partivo dal mio bisogno di interagire con il territorio. Poi ho preso contatti con Rita Zecchini, assessora alle politiche sociali, e così è partito il progetto Cernusco family friendly. Abbiamo cominciato a maggio 2011 con un sondaggio per investigare i bisogni delle famiglie, raccogliendo 200 questionari. I bisogni maggiori sono quelli legati alla socializzazione, proprio per il fatto che molte mamme non sono cernuschesi. E poi la richiesta di cultura, con eventi e spazi a misura di bambini”.
“Da settembre abbiamo avviato le iniziative. Abbiamo cominciato a vederci tutti i lunedì mattina. Abbiamo avviato un “osservatorio pediatri”. Abbiamo mappato le ludoteche e tutti gli asili nido, con fasce orari e prezzi, con rating fatto dalle mamme. Questa mappatura è disponibile sul sito, dove le mamme possono commentare e condividere con altre la propria esperienza. Abbiamo attivato una collaborazione con la Croce bianca per corsi di formazione di pronto soccorso pediatrico. Abbiamo organizzato seminari di formazione su come si fa un bilancio di competenze, un businness plan, un curriculum. Abiamo chiesto e ottenuto di avere spettacoli teatrali per i bambini. E poi ci sono i mercatini, in cui si possono scambiare e vendere oggetti.”
“Cernusco è magica nella dimensione. E’ un gran paesone, che facilita la socializzazione e il fare le cose insieme. Anche il rapporto con le istituzioni è più semplice, fin dal rapporto che puoi avere con gli assessori. Fai il gruppo di mamme, e poi ti rivedi per strada. Il livello culturale è alto. Più della metà delle persone che hanno risposto al questionario ha una laurea”.
Quando è finito il progetto abbiamo deciso di costituirci in associazione. Siamo cresciute notevolmente grazie al passaparola. Ci siamo unite sul fare. Non abbiamo un’impronta partitica o politica, siamo molto operative. Individuiamo i bisogni e cerchiamo di rispondervi, organizzandoci in prima persona.
E.C.