La ragazza con il turbante

La ragazza con il turbante

Probabilmente andremo a Bologna, se non l’abbiamo già fatto, e principalmente per vedere lei, “la Ragazza con l’orecchino di perla”, dipinta da Johannes Vermeer intorno al 1665, al momento ospite fino al 25 maggio 2014 a Palazzo Fava, a Bologna.
Il dipinto fa parte di una mostra itinerante, 37 capolavori di artisti eccellenti come Rembrandt, Frans Hals, Van Honthorst, De Hooch, che rientrerà al museo Mauritshuis il prossimo 27 giugno.

“La ragazza con l’orecchino di perla” é senza dubbio un bel quadro, è un dipinto che affascina principalmente per il gioco pittorico di colori molto intenso che quasi ipnotizza.
Gli elementi che attraggono sono diversi, i grandi occhi azzurri-grigi dotati di riflessi chiaro e scuri, i toni delle labbra, l’angolo della bocca dipinto con tocchi di rosa sovrapposti, la luce della perla grande, probabilmente finta, dato che all’epoca usavano quelle naturali e solo i più ricchi potevano acquistarle.
L’identità della fanciulla rimane sconosciuta, resta la sublime bellezza del profilo intensamente illuminato.

“Ragazza con il turbante” così veniva chiamato il dipinto all’uscita nel 1999 del libro di Tracy Chevalier che diventa un caso editoriale e che ne cambia il nome  in “Ragazza con l’orecchino di perla”:

“Girai la testa e lo guardai da sopra la spalla sinistra
I suoi occhi si agganciarono ai miei. Non riuscivo a pensare a nulla se non che il loro colore grigio era identico all’interno di una conchiglia di ostrica. Sembrava che stesse aspettando qualcosa. Il viso incominciò a contrarmisi dalla paura, forse non gli stavo dando quello che desiderava”.
La ragazza con l’orecchino di perla, T. Chevalier

 Diventata icona della pittura olandese definita l’Età dell’Oro della pittura dei Paesi Bassi, il dipinto  rientra nella categoria dei tronie, una forma artistica in voga nell’Olanda del Seicento dove era comune riprendere dei tipi qualunque, in questo caso una donna comune, che poi sarebbero andati a decorare le pareti delle abitazioni.
Dopo la morte del pittore,1676, si perdono le tracce del quadro che ricompare nel 1881 a una vendita all’asta a L’Aia, dove viene pagato solo due fiorini e trenta centesimi. Alla morte del proprietario del dipinto nel 1902, Arnoldus des Tombe, si scoprì che il collezionista aveva in segreto lasciato al museo Mauritshuis de L’Aia dodici dipinti fra i quali anche la “Ragazza con l’orecchino di perla”.
Nel 2003 dà vita al film di Peter Webber con Scarlett Johansson e Colin Firth.